ATLANTE DELL’ARTE CONTEMPORANEA DE AGOSTINI – 2019

Nella produzione pittorica, l’artista dà vita dà vita ad un repertorio in cui la forma del cerchio, consolidato simbolo dell’immaterialità, è uno degli elementi fondanti per la creazione di una dimensione onirica. Quest’ ultima si svela con sfumature cromatiche ton sur ton, giocate prevalentemente sull’arancio e con linee di contorno ripetute, sdoppiate, che rendono il soggetto poco definito e quindi non nettamente individuabile.

Gli occhi dell’osservatore sono quindi colpiti da immagini visionarie, riemerse dall’apnea del sogno. Le linee si propagano sulla superficie di riferimento, come fossero esperimenti di fisica, rifuggendo tuttavia l’effetto tridimensionale.

I movimenti sulla tela sono flessuosi, eleganti, sinusoidali, sembrano seguire le note di danza barocca mai monotona, tra velature di colore dal potere immaginifico. La musicalità del repertorio artistico della Carboni si potrebbe porre in relazione con l’indugiare ornamentale delle illustrazioni di Beardsley, seppur queste risultino più nitide ed artificiose. L’iquietudine delle sue visioni rimanda invece al tormento esistenziale all’opera di Edvard Munch e agli ambienti simbolisti. L’assenza di riferimenti spazio-temporali è, in questo contesto, una costante coerentemente esibita, in linea con una pittura che si configura come un’ estrinsecazione dell’universo interiore dell’Io, che ambisce a divenire reale e comprensibile. Nella sua poetica emerge da un lato la metamorfosi e dall’altro l’anamorfosi: se le forme risultano cangianti di fisionomia attraverso la mutazione, al contempo da tali genesi nascono figurazioni alternative ricche di fascino e simboli. Ad aiutare tale processo è fondamentale il colore che agisce in modo liquido, espanso, proprio al fine di immergere il raffigurato in una “placenta genetica”.

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