Profili d’Artista 2021

Si avverte una solennità di stampo rinascimentale nella pittura di Marina Carboni in cui si armonizzano valori intellettuali, estetici e spirituali: la figurazione, sospesa nell’apparente immobilità sublimatrice del cerchio, sintetizza, tramite linee fluide e sinuose, immagini tratte dal reale e dall’inconscio. Le figure sono date da una sequenza di linee che replicano l’impressione della vibrazione di un flusso sulla superficie dell’acqua. Come questa, il dipinto cattura e restituisce l’affioramento di un’immagine, rivelando una scena di rimandi visivi, mitologici e geografici, metafore figurate, esperienze psichiche ed emozionali.
La pittura di Marina Carboni sottrae ai limiti della materialità i suoi soggetti per restituirli ad una dimensione mentale, in cui l’elemento figurale è trasformato da un’azione metamorfica. L’immagine promana da una sequenza di sottili motivi curvilinei e concentrici che si dispiegano sulla superficie pittorica, delineando una narrazione, a tratti misteriosa, che si sottrae ad una piena comprensione razionale. Il valore enigmatico di queste opere, la figurazione ambigua, sospesa, a volte al limite dell’indecifrabilità, provocano la vertigine di uno spaesamento. Tutto ruota attorno a questa sensuale ipnosi: il contatto con il mondo reale cede il posto ad una progressiva dispersione della fissità della morfologia figurativa, proiettandola in uno spazio metafisico. E’ il cerchio, che rimanda al concetto di eternità, simbolo per eccellenza di ciò che è immateriale a svelare il passaggio all’estrinsecazione dell’universo interiore e immaginifico dell’io. Seppur grata alla lezione surrealista, Carboni è in grado di ricreare un universo completamente personale enunciato con raffinata eleganza, vibrante, denso di velate provocazioni, evanescenze in cui al dissolvimento segnico si contrappone un palinsesto di colori metallizzati, cangianti, che si accendono e si spengono a seconda dell’incidenza della luce. Le forme destrutturate sono presenze, evocazioni del mondo reale, che affiorano sullo specchio dell’interiorità come inalienabili miraggi.

FLAVIA MOTOLESE

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